Terracina: le nostre ricchezze abbandonate
Le Amministrazioni che si sono succedute hanno ricevuto negli anni importanti finanziamenti regionali e statali per il recupero e la messa a disposizione del pubblico di un ingente patrimonio culturale e monumentale.
L’amministrazione, invece di assumersi le proprie responsabilità, in questi anni ha tentato di delegare i propri compiti a terzi, associazioni, cooperative e fondazioni, come se questo potesse risolvere temi di tipo strutturale o amministrativo che invece sono di sua competenza, così perdendo le opportunità messe in campo dalle reti museali ed archivistiche regionali e nazionali oltre alla incapacità di attingere a risorse europee.
Mentre viene annunciata la ripresa dei lavori di restauro e recupero del Teatro Romano, del Capitolium e della chiesa del Purgatorio, abbiamo deciso di fare un giro per vedere la situazione generale del nostro patrimonio storico, i siti accessibili per noi cittadini e per i turisti che vengono a conoscere il nostro territorio.
Il Palazzo della Bonificazione Pontina, quale sede del Museo archeologico e delle Bonificazioni Pontine, dell’Archivio storico, del Fondo Storico della Biblioteca comunale A. Olivetti, di un settore dedicato a mostre temporanee e ad altre funzioni strettamente connesse è stato destinatario nel 2000 di un intervento di recupero e riqualificazione con un finanziamento complessivo di 11 miliardi di lire suddivisi tra Regione Lazio ( oltre 5 miliardi), Stato ( oltre 3 miliardi) e Comune di Terracina ( 3 miliardi di lire).
L’Archivio Storico e il Fondo Storico della Biblioteca Comunale, ambedue nella sede del Palazzo della Bonifica, a distanza di ormai 4 anni dalla loro inaugurazione (maggio 2016) sono ancora privi delle condizioni essenziali, permanenti e continuative di ordinaria fruibilità dei due servizi culturali.
Il Museo Archeologico e delle Bonifiche Pontine, nella sede del Palazzo della Bonifica, a causa della mancanza di un piano di gestione serio, in quanto privo sia del necessario regolamento che del direttore tecnico-scientifico (condizioni essenziali per il suo riconoscimento giuridico e per il suo inserimento nell’Organizzazione Museale Regionale / O.M.R.). oggi proprio per la sua chiusura e inattività rischia di non poter accedere al piano annuale degli interventi di valorizzazione dei servizi culturali.
Anche Palazzo Braschi,( che fa parte dello stesso complesso archeologico, architettonico, urbanistico e paesaggistico del Palazzo delle bonificazioni pontine) è stato destinatario, sin dal 2000 di un finanziamento per il progetto di recupero e di riuso culturale,non andato a buon fine perchè provvisoriamente occupato dagli uffici comunali (2.500 mq).
Il Museo Civico “Pio Capponi”, nella sede della Torre dei Rosa (con estensione nell’atrio del Palazzo Comunale ), non essendo stato realizzato il previsto riordinamento (a seguito del trasferimento di molti reperti nel Museo del Palazzo della Bonifica) ed il suo allestimento museografico, è chiuso da tre anni.
Il complesso (archeologico, architettonico e paesaggistico) del Castello “Frangipane, chiamato anche Rocca Traversa, con la grande struttura fortificata destinata a polo culturale museale medievale e centro di documentazione sull’incastellamento del Lazio, per i lavori di restauro (sia del castello che della cinta muraria) sono stati stanziati solo dalla Regione Lazio circa 400 mila euro, una parte revocati per un edificio storico chiuso al pubblico
Anche il complesso di San Domenico con la grande struttura della ex chiesa destinata ad Auditorium cittadino è stato interessato da lavori di restauro e consolidamento per il quale sono stati stanziati circa un milione di euro per un edificio oggi chiuso e non fruibile.
La medievale Casa Torre degli Acso stanziati dalla Regione Lazio 170mila euro ma i lavori di completamento dell’immobile non sono stati portati a temine con il risultato che l’edificio oggi non solo non è fruibile al pubblico ma ha delle inadempienze a causa dei lavori di restauro non completati.
L’area archeologica della domus romana di Via Santi Quattro( di pertinenza del capitolium) scoperta negli anni 80 quando si costruiva il comparto B7 ,i lavori di restauro e di recupero sono stati sospesi nel 2008, è ancora chiusa(300 mq ) e in uno stato indecente.
Il complesso monumentale di San Francesco, inserito nel perimetro del Parco regionale dei Monti Ausoni, deve essere recuperato valorizzato e reso fruibile per la collettività.
La chiesa medievale di S. Giovanni
La chiesa medievale di S. Maria dell’Annunziata
La chiesa medievale della Madonna delle Grazie
Dopo tentativi di restauro e recupero sono chiuse
L’area archeologica, naturalistica e paesaggistica di Monte S. Angelo (protetta con Decreto del Presidente della Giunta Regionale e poi inserita nel Parco Regionale degli Ausoni), dopo vari tentativi è ancora in attesa del suo “Piano di Valorizzazione”.
Il tempio di Giove Uno dei siti più rappresentativi della nostra città. Era stato affidato con gara pubblica ad una cooperativa che gestisce importanti siti tra cui il Parco Archeologico del Colosseo.
L’affidamento però è scaduto il 15 giugno e l’amministrazione non ha provveduto a bandire una nuova gara, immaginiamo per gestirlo lei direttamente.
Come, quando e con quali competenze non è dato sapere, intanto il Tempio risulta chiuso.
Nel nostro programma abbiamo studiato soluzioni da condividere con le competenze della nostra città, per investire nel bene più prezioso che abbiamo, il nostro patrimonio culturale.
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FONTE : Terracina 5 Stelle