Reddito di cittadinanza: la Meloni lo cancella e la Germania lo aumenta

“Il reddito di cittadinanza riguarda uno Stato sociale all’altezza dei tempi. Si tratta di proteggere in modo affidabile le persone in stato di bisogno. È una questione di solidarietà sociale”: con queste parole il ministro del Lavoro tedesco, Hubertus Heil, ha motivato la decisione del Governo Scholz di riformare lo strumento di contrasto alla povertà esistente in Germania, diventato, dal 1° gennaio, Bürgergeld (reddito dei cittadini).

Uno strumento che prevede meno vincoli e meno sanzioni del precedente sistema, l’Hartz IV, e con cui sarà aumentato il contributo mensile: per l’assistito singolo, l’assegno di base salirà di 53 euro passando da 449 euro a 502 euro. Contestualmente, saliranno anche altre forme di sussidio, dal pagamento delle bollette e del riscaldamento all’affitto.

Ma non solo. “Il reddito di cittadinanza tedesco, rispetto ad Hartz IV, mira a un’occupazione a lungo termine – ha spiegato Il Sole 24Ore -, e dunque la visione passa dal corto al lungo raggio, scartando l’assegnazione veloce di impieghi immediati e precari”.

Praticamente il contrario di ciò che sta avvenendo in Italia, dove il Governo Meloni, con una stima di 700mila nuovi poveri nel corso del 2023 a causa dell’inflazione, ha deciso di scagliarsi contro il Rdc: il 1° agosto verrà tolto agli “occupabili”, indipendentemente dall’ottenimento di un lavoro, e il 1° gennaio 2024 sarà abolito. Per fare ciò, la Destra ha alimentato una narrazione tossica, fatta di vere e proprie bufale che abbiamo smontato qui.

La decisione della maggioranza FdI, Lega e Forza Italia appare ancora più grave se si analizzano le caratteristiche delle misure di contrasto alla povertà esistenti negli altri Paesi europei.

In Francia, l’ammontare del Revenu de solidaritè active è fissato ogni anno: ora vale fino a 599 euro al mese per i single, 898 euro per una coppia senza figli e 1.257 per una coppia con 2 figli. “Diversamente da quanto avverrà nel nostro Paese – ha scritto il Fatto Quotidiano -, il diritto a queste risorse prescinde dallo stato di occupabilità del richiedente e non ha limite temporale se non quello determinato dalla persistenza del bisogno (che viene riesaminata periodicamente)”.

In Spagna, l’Ingreso mínimo vital (Imv) garantisce circa 533 euro mensili ai single e 1.013 a famiglie con due figli. Anche l’Imv “non fa alcuna distinzione tra occupabili e non pone limiti alla durata del sussidio se non quello della persistenza del beneficio. Oltre alla residenza in Spagna, infatti, il principale requisito di accesso al sussidio è la condizione di vulnerabilità economica” ha rilevato sempre il Fatto.

Il 28 settembre 2022, la Commissione europea, con una proposta di raccomandazione, ha invitato gli Stati membri a “modernizzare i propri regimi di reddito minimo”. Diversamente da ciò, nel nostro Paese stiamo assistendo ad una pericolosa marcia indietro sul Rdc, che si somma alla liberalizzazione dei voucher e all’imminente cancellazione del decreto Dignità.

Il disegno di questa Destra è chiarissimo: aumentare le disuguaglianze e rendere i lavoratori più deboli e ricattabili.