L’agognata fine di Conte e il cambiamento
Di Tommaso Merlo (Categoria: Attivisti):
Il passaggio parlamentare lo ha confermato, a certa politica non importa nulla della pandemia e delle sofferenze dei cittadini. Vogliono giusto la fine di Conte e riprendersi il potere, vogliono tornare alla normalità partitocratica, tutto il resto son dettagli. Lo vogliono i sovranisti affamati di potere che con la bava alla bocca si avventano su questa opportunità insperata. Lo vogliono certe frattaglie della maggioranza che intossicate di egopolitica cercano meschine rivalse. Tutti ad accusare Conte di poltronismo, ma quello del premier è palese senso di responsabilità. Gestire una pandemia non è una vacanza e a differenza dei presunti onorevoli che agognano la sua fine, Conte un lavoro ce l’ha e facendo il premier si sta pure impoverendo invece che arricchendo. Dopo il secondo tradimento sofferto, era assurdo pretendere che Conte abbandonasse la nave in tempesta. Un tentativo di trovare una nuova maggioranza in parlamento andava fatto e questo per il bene del paese. Una crisi politica in piena pandemia non è solo folle, non è solo uno schiaffo in faccia a chi lotta in prima linea e chi ha pagato un caro prezzo, ma è anche pericolosa. Eppure certa politica e certa stampa al seguito, sembrano indifferenti. Come se si fossero levati la mascherina facendo riemergere la loro totale mancanza di empatia verso i cittadini. Siamo oltre il non avere senso di responsabilità, siamo al non avere un cuore. Del resto i loro mega stipendi arrivano puntuali sul loro conto corrente e dopo anni di onorata carriera non rischiano certo la fame. Conte ha il dovere di resistere a questa seconda pugnalata alle spalle. Una pugnalata ancora più assurda della prima per l’assenza di ragioni politiche e per la drammatica tempistica. Conte ha il dovere di continuare il lavoro intrapreso ed evitare che il paese precipiti nel caos. Un tentativo che deve alla sua maggioranza ma anche ai cittadini che lo apprezzano. Dopo decenni di pagliacciate, finalmente un premier ammirato sia a casa che all’estero. Ma questo per certa politica e certa stampa al seguito, è il vero problema. Giuseppe Conte è popolare ma è espressione delle istanze di cambiamento emerse il 4 marzo. Istanze malviste ed osteggiate da chi ha interesse che nulla cambi. Conte è un premier mal digerito perché non manipolabile e perchè è la dimostrazione plastica che dei vecchi andazzi politico-lobbistici l’Italia non solo può fare a meno, ma senza se la cava molto meglio. Certa politica e certa stampa al seguito vogliono chiudere questa fase politica, vogliono tornare alla normalità partitocratica. Vogliono tornare a logiche e personaggi espressione del loro mondo e i fiumi di soldi in arrivo li rendono impazienti. Ma questa crisi assurda e pericolosa potrebbe aprire scenari politici nuovi comunque vada a finire. Oltre a portare alla scomparsa politica permanente di chi l’ha generata, questa crisi potrebbe esasperare il disgusto dei cittadini verso la politica e i suoi giochi di palazzo ed invece di spegnere le istanze del 4 marzo, le potrebbe rilanciare. Questa crisi potrebbe convincere i cittadini dell’impellente necessità di persistere sulla strada del cambiamento radicale intrapresa. Altro che arrendersi. E Giuseppe Conte potrebbe continuare a giocare un ruolo centrale. Altro che agognata fine.
Tommaso Merlo
FONTE : Tommaso Merlo