La Pa va verso il futuro, a regime smart working almeno al 30%
Condivido con voi la mia intervista a Qui Finanza.
Secondo gli ultimi dati diffusi, il 73,2% dei lavoratori
della Pubblica Amministrazione sta attualmente operando in smart
working. Parallelamente ai dati molto incoraggianti, ha riscontrato
difficoltà legate a questo nuovo asset lavorativo?
Sì, si tratta di un piccolo miracolo e voglio ringraziare la
grandissima parte del pubblico impiego per lo sforzo e la capacità di
resilienza. Esistono naturalmente difficoltà di tipo tecnologico e
organizzativo, alle quali abbiamo già posto parziale rimedio. Ma le
resistenze più forti sono quelle culturali di una parte minoritaria
della dirigenza. Bisogna, però, che tutti ci convinciamo della necessità
di affrontare un tempo nuovo come questo con strumenti nuovi.
Come vede il futuro dello smart working nella Pubblica Amministrazione, in vista anche di un lento ritorno alla normalità?
Auspico, a regime, una soglia di applicazione tra il 30 e il 40%.
Questa innovazione organizzativa rappresenta una rivoluzione copernicana
per la Pa, che ci consentirà di avere un lavoro più a misura di
dipendente e servizi più a misura di cittadino, favorendo la
produttività e la cultura del risultato.
I dati sullo smart working ci raccontano anche di una
discreta parte di lavoratori che stanno ancora svolgendo regolarmente le
proprie attività. Quali sono le tutele che avete pensato per loro?
L’obiettivo è arrivare a un beneficio economico e un riconoscimento
morale da parte di tutta la collettività a chi opera in prima linea e
subisce le conseguenze più gravi dal contagio da Covid-19. Mi pare il
minimo che si possa fare per premiare l’abnegazione di queste persone.
In che modo questa esperienza forzata che stiamo vivendo darà un accelerazione alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, alla luce anche di ciò che è successo di recente al sito dell’INPS?
L’Inps gestisce dei volumi di traffico e di procedure giganteschi.
Pensi che a un certo punto arrivavano 100 domande al secondo. Dopo
qualche ora, tutto è tornato in ordine. Noi intanto abbiamo snellito le
procedure per acquisti in tecnologia e servizi cloud. E abbiamo
consentito il lavoro agile mediante strumenti del dipendente.
Sicuramente c’è ancora tanto lavoro da fare, ma ci stiamo muovendo con
grande rapidità.
Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato su proposta sua
e del Ministro Gualtieri, l’assunzione di 4.500 docenti. Essendo per il
momento impossibile lo svolgimento di concorsi pubblici, quali saranno
le modalità di assunzione del personale?
Si tratta di un contingente che fa già parte delle graduatorie valide
per la stipula di contratti a tempo indeterminato, con effetto
giuridico dal primo settembre 2019 ed effetto economico dal prossimo
anno scolastico. Parliamo di risorse importanti che, in attesa dei
concorsi sospesi, copriranno le uscite previdenziali generate da quota
100.
Insieme alla Ministra Catalfo state lavorando ad un “Reddito di Emergenza”: in cosa consiste e chi ne avrà diritto?
È una grande operazione di protezione delle fasce più deboli, di cui
si sta occupando primariamente il ministero del Lavoro. Andrà a coprire
circa 3 milioni di persone che oggi non beneficiano di alcun sostegno al
reddito. Mi lasci dire: immagini oggi cosa accadrebbe nel Paese se non
ci fosse già il Reddito di cittadinanza.
Mi permetta – per salutarci – una domanda più personale: cosa
si porterà in futuro di questa esperienza di Governo in un momento
storico come quello che stiamo vivendo?
Al dolore di questa esperienza si accompagna l’onore, profondo, di
poter servire il mio Paese da una posizione così importante e la
consapevolezza che, davvero, nessuno può salvarsi da solo. Solo
pensando, sentendo e vivendo da comunità, possiamo farcela.
Di Fabiana Dadone:
FONTE : Fabiana Dadone