Cari giornalisti, caro imprenditore, non è tutta colpa del reddito
Ci hanno preso per scemi. Ne sono convinta.
Travolti dalle polemiche il bar frequentato dai vip a Taormina continua a rilasciare altre interviste sui giornali locali “A Taormina bar rimane senza camerieri. Colpa del reddito di cittadinanza!”. Ne parlavo tre giorni fa in un post.
Interviste per rispondere e dire che hanno ragione loro. Le accuse sono infondate loro offrivano regolare contratto e pagavano i contributi. Agli occhi dei lettori questa diviene la prova regina.
Cari giornalisti, caro imprenditore,
provo a spiegarvi con parole facili. Tutti offrono regolare contratto e pagano i contributi (per evitare multe). Quello che poi alcuni fanno è offrire regolare contratto part time da 4 ore, ma pretendere 10 ore di lavoro al giorno. Intimando al lavoratore di dire, in caso di controlli, che si trova lì al di fuori dell’orario indicato nel contratto perché deve recuperare delle ore che aveva saltato dal proprio turno.
Comunque, siamo nella mi provincia e mi sono informata. La ricerca del cameriere è iniziata il 18 agosto ed il 22 era già partito il ‘è tutta colpa del reddito’. Il turno durava dalle 15 alle 24, oltre il presumibile ‘devi presentarti con un po’ di anticipo, gli ultimi clienti non si possono cacciare e prima di chiudere si deve sistemare’.
Non ha chiamato il collocamento, ma messo un annuncio sui social e fatto passaparola: nel principale comprensorio turistico della Sicilia, in una delle cittadine più rinomate e ricche d’Italia, vuole trovare camerieri della zona che si erano tenuti liberi a mezzo agosto per lui.
Mi risulta che qualcuno di fuori si era proposto, ma l’imprenditore non fornisce alcun aiuto per l’alloggio.
Insomma tutta colpa del reddito di cittadinanza, del divano e dei fannulloni.