Decreto elezioni, ok definitivo del Senato a election day in autunno

Con il voto definitivo del Senato il decreto elezioni diventa legge.

E’ un provvedimento dal contenuto tecnico ma importante per il funzionamento della nostra democrazia e per garantire l’esercizio della sovranità ai cittadini italiani.
A seguito dell’emergenza Coronavirus rinviamo al prossimo autunno le elezioni comunali, quelle regionali – in programma in diverse Regioni – le elezioni suppletive per il Senato (già previste) e per la Camera (se fossero necessarie) e il referendum per il taglio dei parlamentari, ultima tappa di una nostra battaglia storica.

Grazie a una proposta del MoVimento 5 Stelle il decreto permette lo svolgimento dell’election day, una razionalizzazione di buon senso che risponde a criteri di prudenza sanitaria e risparmio economico.

Anche su questo argomento abbiamo dovuto ascoltare polemiche pretestuose e a tratti offensive. Come ha osservato in aula al Senato il capogruppo MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Costituzionali Vincenzo Garruti, sull’election day le opposizioni hanno detto che il cittadino/elettore incontrerebbe delle difficoltà nel decidere in modo consapevole, dovendo votare su argomenti diversi.

Veramente qualcuno pensa che i cittadini non siano in grado di capire la differenza fra elezione comunale e referendum confermativo della modifica costituzionale? Gli italiani sanno benissimo cosa devono fare alle elezioni e il loro buon senso stupirà ancora una volta chi non crede in loro.

Un voto in estate, con la fase precedente che prevede la presentazione delle candidature e dei programmi e la campagna elettorale, non avrebbe garantito il necessario livello di sicurezza sanitaria né il pieno esercizio dei diritti civili dei cittadini.

A chi ha protestato per il rinvio ricordiamo il precedente della Francia, citato dalla nostra senatrice Maria Laura Mantovani: i francesi, all’inizio della pandemia, hanno deciso di procedere al primo turno delle elezioni amministrative, salvo poi doversi fermare prima del secondo turno, che si terrà il prossimo 28 giugno, più di tre mesi dopo! Cosa sarebbe successo in Italia in caso di stop imposto dal contagio da Coronavirus tra primo e secondo turno delle elezioni comunali?

Sempre alla luce delle raccomandazioni che ci arrivano dal Comitato tecnico-scientifico, con questo decreto convertito in legge si prevede che le sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e delle candidature per le elezioni comunali e per quelle regionali nelle regioni a statuto ordinario siano ridotte a un terzo.

Votare, scegliere chi ci deve rappresentare, chi deve amministrare o governare il nostro territorio, soprattutto decidere se i parlamentari italiani devono passare da 945 a 600 è un diritto sacro e da tutelare al massimo, i cittadini devono potersi esprimere nelle migliori condizioni possibili e con il massimo del livello di informazione e consapevolezza.